La nativa e fondamentale vocazione dell’uomo all’amore coinvolge la persona nella sua interezza, secondo la sua realtà di spirito incarnato: ogni uomo e ogni donna è, quindi, chiamato a vivere l'amore come totalità unificata di spirito e di corpo, di cui la sessualità è parte integrante. Essa, che è una ricchezza di tutta la persona, «oltre a determinare l’identità personale di ciascuno, rivela come ogni donna e ogni uomo, nella loro diversità e complementarietà, siano fatti per la comunione e la donazione. La sessualità, infatti, dice come la persona umana sia intrinsecamente caratterizzata dall’apertura all’altro e solo nel rapporto e nella comunione con l’altro trovi la verità di se stessa. Così, la sessualità - che pure è minacciata dall’egoismo e può essere falsificata e ridotta attraverso il ripiegamento di ciascuno su di sé - richiede, per sua stessa natura, di essere orientata, elevata, integrata e vissuta nel dinamismo di donazione disinteressata, tipico dell’amore». In questa prospettiva, la risposta alla vocazione all’amore iscritta nel cuore di ogni uomo esige un costante impegno educativo. Tale impegno è finalizzato a promuovere la maturità globale della persona la quale, accettando il valore della sessualità e integrandolo nell’insieme di tutti i valori del suo essere, è condotta a sviluppare sempre più la sua potenzialità oblativa così da aprirsi all’amore per l’altro fino al dono totale di sé. Nel nostro contesto culturale un’attenzione privilegiata va accordata al tema della trasmissione della vita. A questo proposito, insieme con il senso del generare umano come donazione di una vita che nasce dal dono, occorre «riscoprire e riproporre con chiarezza il vero significato della procreazione responsabile» e riaffermare sia che essa «è un grave dovere di tutti gli sposi e che può essere attuata concretamente», sia che «richiede l’impegno comune dei due sposi alla continenza periodica, al cui servizio si pone il ricorso ai metodi naturali di regolazione della fertilità». È pure indispensabile che «vincendo ogni resistenza e superando finalmente gravi ritardi, le nostre comunità cristiane», mediante l’opera di persone veramente esperte, assumano «più coraggiosamente il compito di suscitare convinzioni e di offrire aiuti concreti perché ogni coppia di
sposi possa percorrere questa strada». Nello stesso tempo, la comunità cristiana proclami senza reticenze e senza paure l’inestimabile preziosità della vita umana e il grande valore della fecondità.
La stessa comunità guardi con stima a quegli sposi che, anche contro la mentalità dominante e talvolta contro il parere dei parenti più stretti e degli amici, obbediscono con larga generosità alla loro missione generatrice e li consideri come segni profetici del Dio della vita e della sua presenza nella storia. Essa, inoltre, offra vicinanza, sostegno e aiuti concreti alle donne e alle coppie che, nonostante le difficoltà, intendono portare a termine la gravidanza (Direttorio di Pastorale Familiare, 26, 108).