Documento sulla proposta di Regolamento delle Unioni Civili presentata dalla Giunta Comunale di Catania

Scuola di formazione all’impegno sociale e politico
Laboratorio per la città

Documento sulla proposta di Regolamento delle Unioni Civili
presentata dalla Giunta Comunale di Catania

Premessa
Sabato 18 gennaio 2014, presso i locali del Seminario Arcivescovile di Catania, dopo lo svolgimento di un incontro con gli allievi della Scuola di formazione all’impegno sociale e politico, promosso dall’Ufficio Diocesano per i problemi sociali e il lavoro, il Laboratorio per la città ha esaminato l’atto proposto per l’approvazione del Consiglio Comunale, dal titolo “Regolamento Comunale sulle Unioni Civili”.
Il Laboratorio osserva in via preliminare che l’adozione del provvedimento pone problemi di metodo in tema di democrazia partecipativa. Infatti, l’adozione di un atto amministrativo che non implica semplici tecniche di gestione, ma importa scelte significative, necessita di un confronto aperto con la città e le sue sensibilità. Solo così è possibile eliminare il dubbio che si voglia cedere alle pressioni del momento piuttosto che intervenire su di un tema rilevante per la vita delle persone e della città.

Nel merito il Laboratorio ritiene di trovarsi dinanzi ad un atto
1. piuttosto ambiguo nella formulazione e nella definizione dell’ambito di applicazione;
2. in contrasto con gli artt. 2, 29 e 30 della Costituzione;
3. in contrasto con il vigente diritto di famiglia;
4. in contrasto con l’art. 6.12 del vigente Statuto del Comune di Catania;
5. non di competenza del Consiglio Comunale in ordine alla definizione delle unioni di fatto ed al loro riconoscimento;
6. di una sostanziale delega alla Giunta circa i contenuti concreti delle misure.

Il “Regolamento”, infatti, si limita ad elencare una serie di requisiti e di finalità desiderate, senza tenere conto né della legislazione vigente in materia, né del dibattito in corso nel nostro Paese sulla definizione e la discipline delle unioni di fatto.
La questione si fa più complessa, per l’approvazione della Legge Finanziaria Regionale che, senza neppure porsi il problema della regolamentazione della materia, ma semplicemente elencandone il titolo, stanzia fondi a sostegno delle “Unioni Civili” sottraendoli alle risorse destinate al welfare familiare.
Il Laboratorio osserva che un tema di questa portata non possa essere discusso ed approvato ancor prima di affrontare e risolvere gli innumerevoli problemi in cui le famiglie della nostra città e dell’intera Regione si dibattono, a causa del permanere della grave crisi economico-finanziaria.

Il Laboratorio chiede
1. l’istituzione del “distretto famiglia”, sull’esempio fornito dalla provincia di Trento;
2. l’attribuzione di fondi e loro utilizzazione per il welfare familiare, anche ricorrendo alle risorse fornite da Leggi nazionali, regionali e comunitarie;
3. l’applicazione del “quoziente familiare” nella determinazione delle tariffe dei servizi e della fiscalità locale;
4. la regolamentazione dei tempi di lavoro a favore della famiglia;
5. l’istituzione del marchio “amico delle famiglie”.

Il Laboratorio invita
1. gli organi di amministrazione della Città, Sindaco, Presidente del Consiglio e Consiglio Comunale, a volere con sollecita urgenza, convocare i rappresentanti della Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico e del Laboratorio per la Città, per aprire il dibattito nella città con criteri di ampia diffusione e trasparenza, per discutere i temi in ordine alla “politica sociale in favore della famiglia, considerata tale anche quella di fatto” (Cf. art.6.12 Statuto Comunale);
2. a deliberare sulle unioni civili solo all’interno di una decisione più vasta sui servizi sociali e sulle prestazioni da rendere alla comunità familiare.