Al cuore della Chiesa che ascolta: diario dalla visita ad limina
Proseguono i giorni della visita. Ogni giorno la celebrazione eucaristica in una delle quattro Basiliche maggiori: solo il 29 a sera a san Paolo fuori le mura, il 30 a San Pietro, il 1° maggio a Santa Maria Maggiore. Ogni giorno una intenzione diversa: per il papa il primo giorno, per la Arcidiocesi il 30, il 1°, per il papà di don Vincenzo Nicolosi, defunto il giorno 30, nella Basilica liberiana. La permanenza dei vescovi presso l’Istituto Maria Bambina permette di vivere in fraternità e di dialogare di più tra confratelli, anche se non mancano altri incontri, come quello con il rettore e la comunità del Pontificio Seminario Lombardo, dove è ospite il nostro don Andrea Consoli, studente presso l’Accademia Alfonsiana.
In ogni Dicastero si percepisce lo stesso clima di ascolto che il Papa ha voluto nell’udienza del 29, e le risposte si fanno precise su vari problemi, con la conoscenza che ogni Dicastero ha acquisito attraverso le relazioni e l’esperienza universale che è il suo prezioso bagaglio. Il Dicastero per le comunicazioni esorta ad una pastorale delle comunicazioni che sia capillare e che divenga veicolo di annuncio, e incoraggia il ricco lavoro che si sta facendo anche nelle nostre Diocesi. Il Dicastero per i Vescovi, guidato dal cardinal Prevost, si è mostrato molto attento alle fatiche di un ministero che deve affrontare tante problematiche anche diverse tra loro, ed ha richiamato all’importanza delle “quattro vicinanze” raccomandate spesso dal papa (con Dio, tra vescovi, con i presbiteri, con il popolo di Dio).
Molto bello l’incontro con la Segreteria di Stato, nel quale abbiamo potuto esporre i problemi sociali della nostra Regione ed abbiamo riscontrato una buona conoscenza, da parte del Cardinal Parolin, non solo di essi, ma anche di ciascuna delle nostre persone. Il Dicastero della vita consacrata, presente con il prefetto cardinal De Aviz, i sottosegretari e gli officiali, ha ascoltato e dato preziosi consigli per sostenere la vita consacrata e relazionarsi in spirito ecclesiale con chi sta vivendo in non pochi casi momenti di difficoltà, ma che rimane un grande dono per la Chiesa e per l’umanità. Davvero apprezzata è stata l’esperienza delle religiose che fanno accoglienza dei migranti, sia nei luoghi di sbarco, sia in altre realtà diocesane. Infine il Dicastero del clero, che ha preferito dare più spazio all’ascolto dei nostri interventi.
La Chiesa diocesana vive, attraverso la mia presenza a Roma, questa esperienza di comunione. Ve ne metto a parte, perché sento che si realizza quanto previsto dal Direttorio delle visite ad limina: “la visita dei vescovi, vicari e legati di Cristo nelle Chiese particolari loro affidate, al Successore di Pietro, porta un arricchimento di esperienze anche al ministero petrino e al suo servizio di illuminare i gravi problemi della Chiesa e del mondo, percepiti nelle loro differenziate connotazioni a seconda dei luoghi, dei tempi e delle culture” (Dal Direttorio delle visite ad limina, V).