ASSEMBLEA SINODALE LE CHIESE DI SICILIA CAMMINANO INSIEME

ASSEMBLEA SINODALE LE CHIESE DI SICILIA CAMMINANO INSIEME
Il 13 e 14 ottobre, alla presenza di tutti i vescovi dell’Isola e di 300 delegati, si è svolta a Terrasini l’Assemblea sinodale delle Chiese di Sicilia sul tema “Continuiamo a camminare insieme”. Abbiamo raccolto i commenti a caldo dell’arcivescovo Renna e di alcuni delegati dell’arcidiocesi di Catania.
“Nell’Assemblea sinodale delle Chiese di Sicilia abbiamo scoperto una grande ricchezza di umanità, di carismi, di ministeri che sono al servizio della persona e del nostro popolo”. E’ questo il commento dell’arcivescovo Luigi Renna a conclusione dell’Assemblea sinodale siciliana tenutasi a Terrasini il 13 e 14 ottobre scorsi alla presenza dei vescovi dell’Isola e di oltre 300 delegati provenienti da tutta la regione. L’Arcidiocesi di Catania è stata rappresentata da 27 delegati, più 3 ospiti: con l’arcivescovo Luigi Renna c’erano l’arcivescovo emerito Salvatore Gristina, il vicario generale Salvatore Genchi, laici, presbiteri, diaconi e membri della vita consacrata, con la presenza di 4 giovani e, come invitato, ha partecipato anche l’Imam della comunità islamica di Catania.

Il confronto si è svolto attorno a cinque tavoli sinodali: Compagni di viaggio; Dialogo e partecipazione socio-politica; Dialogo tra le generazioni; Pietà popolare e discernimento; Corresponsabilità nella Missione.

Si è trattato di un’esperienza spirituale, nell’ascolto dello Spirito santo e dei fratelli non soltanto di coloro che frequentano abitualmente le nostre comunità ecclesiali. Oltre ai delegati ogni vescovo ha invitato ospiti “esterni” alle comunità ecclesiali, persone che non vivono la vita pastorale, membri di altre religioni, rappresentanti del mondo del lavoro e della imprenditorialità, delle professioni e delle arti e giovani universitari.

L’arcivescovo Renna: “Ecco cosa portiamo a casa”

“Portiamo a casa questo guadagno – dice l’arcivescovo Renna -: ci sentiamo più forti perché abbiamo lo stesso obiettivo, ma soprattutto ci sentiamo tutti al servizio del nostro popolo”. “Certamente questo è un momento, che non esaurisce il nostro cammino, ma è significativo: vescovi, presbiteri, laici, religiosi, tutte le vocazioni che camminano insieme nella stessa direzione grazie al cammino sinodale. Il cammino sinodale in Sicilia non solo è una realtà, ma anche un processo che continua”. “Abbiamo compreso – conclude l’arcivescovo – che il di più che dobbiamo offrire alla nostra società è un senso evangelico che ci fa sentire liberi di fronte ad ogni condizionamento ed attenti a quello che il Signore ci chiede in una Sicilia che ha problemi di povertà, di migrazioni e immigrazioni, di mafia, di ambiente. E siamo chiamati anche a partecipare alla vita democratica senza dare deleghe in bianco alla politica, che rischiano di alimentare forme di corruzione”.

Il clima molto fraterno e franco, vissuto nei giorni dell’assemblea sinodale, ha permesso a molti di confrontarsi utilizzando il metodo della conversazione spirituale sperimentato durante questo cammino sinodale, che partendo dalla parola che illumina la vita, se ne lascia interpellare.

I contenuti dell’assemblea sinodale

Illuminanti le due relazioni introduttive delle due giornate, quella del teologo Massimo Naro, che ha offerto ambiti di discernimento ecclesiale quali la questione educativo-formativa; il tema dei linguaggi che non devono presentare convinzioni ma suscitare consapevolezze; la vita sacramentale e liturgica per una visione cristiana del mondo e della storia; l’impegno sociale; il riorientamento dalle “dimissioni” alla missione. L’altra relazione di Giuseppe Notarstefano presidente nazionale di ACI ha offerto indicazioni riguardanti la fase sapienziale che stiamo vivendo.

All’assemblea finale è intervenuto anche l’imam della moschea di Catania, Kheit Abdelhafid,che ha ringraziato per l’invito e per il clima di ascolto e dialogo che ha respirato. “Camminare insieme – ha detto – è occasione per scoprire noi stessi e per lavorare per il bene comune”.

Nelle conclusioni dell’Assemblea, il presidente della CESI, mons. Antonino Raspanti, ha rilevato che la Sicilia è l’unica regione in Italia ad aver compiuto – finora – un cammino comune. “Evangelizzare – ha ricordato mons. Raspanti – non è aggiungere, è far venire fuori ciò che già opera. La Chiesa è preceduta dal Regno di Dio, che già opera”.

Le reazioni di alcuni delegati dell’arcidiocesi di Catania
A conclusione dell’Assemblea sinodale abbiamo raccolto alcune testimonianze dai delegati dell’Arcidiocesi di Catania.

“Mi porto a casa - dice don Giuseppe Raciti, vicario episcopale per la pastorale - la gioia di aver visto una chiesa siciliana innamorata di Gesù Cristo e del suo vangelo, attenta al mondo, alla storia e ai vissuti delle persone, che si interroga circa i linguaggi dei giovani e di coloro che sembrano camminare in maniera parallela rispetto al vangelo e che vivono ai margini. Abbiamo sperimentato il dono dello Spirito Santo che ci indica la strada per la nuova evangelizzazione. Andiamo avanti con speranza!”.

“Torno da Terrasini piena di stupore – dice Febronia Lamicela, segretaria della Consulta delle Aggregazioni ecclesiali -: veramente lo Spirito parla e guida la Chiesa”. “Porto nel cuore – aggiunge – questo stupore e avverto il desiderio rinnovato di donare il mio piccolo contributo per ‘riparare’ la Chiesa che sempre rischia la rovina”.

Arianna Rotondo, direttrice della Pastorale universitaria, parla, invece, di “un’esperienza di relazione originale, soprattutto grazie all’idea di coinvolgere ospiti esterni e giovani”.

Walter Cerreti (Comunità di Sant’Egidio) evidenzia la “bellezza di un incontro tra fratelli di tante realtà differenti, che guardano al travagliato presente con una grande speranza, perché il cammino sinodale ci dà maggiore consapevolezza del tesoro prezioso che portiamo nei nostri vasi di creta”.

Tra i moderatori dell’Assemblea c’era anche la delegata della diocesi catanese Maria Dolores Doria, che presentando la sintesi del gruppo di lavoro sulla pietà popolare, ha evidenziato la necessità di “innestare nelle nostre feste popolari un lavoro e un cammino incisivi di evangelizzazione”.

Alfio Pennisi (direttore della Pastorale carceraria) racconta: “E’ rilevante, straordinariamente rilevante, che 12 sconosciuti, che si incontrano per la prima volta e si siedono attorno a un tavolo per parlare della fede e del mondo, come è accaduto nei tavoli tematici dell’Assemblea di Terrasini, possano farlo con stima e cura dell'altro - diverso, magari, per età, città, vissuto personale -, possano farlo attendendosi sinceramente che dall'altro possa giungere qualcosa di nuovo e di buono, possano farlo con gratitudine, passione e franchezza tentando di capire cosa c'entra la fede con le mille drammatiche urgenze del mondo”.

“L’assemblea di Terrasini – aggiunge Salvo Pappalardo, della Caritas di Catania – mi ha permesso di acquisire utili riflessioni e linee guida da condividere con tutti i volontari per un proficuo discernimento da realizzare nella nostra attività di servizio”.

Pietro Maugeri, responsabile del Banco Alimentare, parla di un “forte desiderio di dialogo e di fare rete. Rete non significa – aggiunge – uniformità e appiattimento ma al contrario lavorare insieme partendo ciascuno dalla propria storia e dalla propria competenza. Solo così si costruisce il bene comune”.

(Ufficio Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Catania)