EMERGENZA SANITARIA COVID-19
A seguito del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 e delle
Linee guida dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali, a ulteriore integrazione di quanto già
pubblicato nel sito dell’Arcidiocesi, si ribadisce la necessità di evitare interventi massivi e
indiscriminati a tutta la chiesa, che mettano a rischio l’integrità dei beni e la loro
funzionalità. Si valuti quindi attentamente la necessità e l’opportunità degli interventi e
soprattutto le modalità e l’utilizzo di materiali idonei.
Conviene in ogni caso intervenire con prodotti appropriati sulle sole porzioni degli edifici e i
manufatti in uso, evitando di sottoporre a trattamenti potenzialmente aggressivi le superfici
decorate e materiali non direttamente legati all’esercizio del culto o non esposti al contatto
con le persone.
In ogni caso il rapporto stretto con la Soprintendenza è assolutamente utile, se non
indispensabile, e ci tutela nell’intraprendere attività in massima sicurezza.
L’Ufficio Beni Culturali rimane a disposizione per ogni eventuale chiarimento.
Occorre comunque ricordare che NON tutti i comuni disinfettanti risultano adeguati per la
pulizia in ambienti ove siano esposti, conservati e stoccati beni culturali. In linea generale
nessun prodotto ad azione igienizzante
può venire a contatto diretto con la maggior parte delle superci di beni culturali.
Perciò si raccomanda di:
• NON nebulizzare alcun tipo di soluzione, anche se contenente solo acqua e alcool in
spazi museali, archivi, biblioteche o chiese.
• pulire regolarmente le superci lavabili come i pavimenti, le porte, le maniglie, i vetri, con
una soluzione di etanolo al 70% in acqua (per 1 litro di soluzione 700 ml di alcool e 300 ml
di acqua). Non utilizzare la stessa soluzione su qualunque tipo di bene culturale mobile,
compresi gli arredi lignei, le superfici murali dipinte e/o decorate da carta da parati e
tessuti con valore storico-artistico.
Qualora si dovesse ritenere inevitabile la sanificazione con il metodo della nebulizzazione
di composti a base di cloro o l’utilizzo di gas quali l’ozono (quest’ultimo trattamento è però
efficace solo per piccoli ambienti), prima di procedere è necessario individuare all’interno
dell’edificio una stanza dotata di finestre, per garantire il ricambio dell’aria, in cui ricoverare
temporaneamente i beni mobili. Il tempo di permanenza dei beni non dovrà essere
inferiore ai 9 giorni.
Catania, 4 maggio 2020
don Carmelo Signorello
direttore